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Segnalazione Categoria: Parchi regionali
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I segni del susseguirsi di diverse fasi nell’attività dell’antico Vulcano Laziale, iniziata attorno a 700mila anni fa, sono ben evidenti ancor oggi. All’interno di una preesistente cavità circolare o “caldera” di cui restano i rilievi del “recinto esterno” (Tuscolo e Monte Artemisio), si formò un cono vulcanico più piccolo con bocca craterica presso la località Campi di Annibale ed un cinto calderico più interno di cui sono testimonianza il Monte Cavo e il Monte delle Faete. L’attività del Vulcano Laziale fu l’ultima ad esaurirsi in tutta la regione.
Il fertile suolo vulcanico diede origine, unitamente a un clima alquanto umido, a grandi foreste di faggio che sino al XVIII secolo coprivano, assieme a boschi misti e cerrete, gran parte del rilievo. Oggi permangono, a testimonianza delle foreste originarie in gran parte sostituite da castagneti, elementi arborei o arbustivi sparsi tra i castagni. Tra essi l’agrifoglio, la dafne la laureola, il tiglio, il nocciolo, l’acero campestre, il carpino nero, la vitalba, nonché un popolamento di faggio presso Monte Cavo. Nei versanti meridionali sono presenti specie di clima più caldo e asciutto come la roverella e il leccio.
Diffuse le essenze arbustive mediterranee come il viburno, il ligustro, l’alaterno, il corbezzolo, il lauro e l’erica arborea. -
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